Cos'è l'analfabetismo funzionale e perché il tasso in Italia è così alto?
- Redazione Prima Pagina
- 28 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 30 lug 2020
In Italia la maggior parte dei cosiddetti "analfabeti funzionali" o "low skilled" è composta da adulti con più di 55 anni e da giovani non scolarizzati che non lavorano o studiano, oppure, sono cresciuti in un ambiente con pochi libri.
Ma andiamo con ordine, cosa è l'analfabetismo funzionale?
È l'incapacità di comprendere e di riassumere un testo scritto pur sapendo leggere e scrivere, fare calcoli semplici o compilare una domanda di lavoro.
I DATI IN ITALIA
L'Italia si è posizionata al quarto posto su 31 Paesi coinvolti nella ricerca fatta dal PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), subito dopo Giacarta (Indonesia), Cile e Turchia.
I dati PIAAC ci fanno capire quanto l'analfabetismo funzionale sia un problema molto diffuso in Italia.
I cittadini che presentano una bassa alfabetizzazione sono circa 11 milioni e sono coloro tra i 16 e i 65 anni ovvero il 27,9 % della popolazione di riferimento.
In Italia, inoltre, il 30% dei ragazzi in età compresa tra 16 e 24 anni è un NEET
(Not in Education, Employment or Training) vale a dire che non studiano o lavorano.
Dallo studio, si evince anche che i low skilled sono distribuiti nella seguente maniera:

Fonte Inapp
PERCHÉ IL DATO È COSÌ ELEVATO?
I dati mostrano che all'aumentare dell'età, la percentuale dei low skilled sale, ma perché?
Per i nati prima del 1953 non c'era la scolarità obbligatoria, perciò si pensa, che la mancanza dell'obbligo allo studio abbia portato la percentuale dell'analfabetismo funzionale tra gli over 55 a salire.
Viene spontaneo pensare che il tutto sia da ricondurre anche all'inefficienza dell'istruzione e all'abbandono scolastico, eppure, non è la sola causa scatenante.
Secondo la dott.ssa Simona Mineo, le competenze lavorative/scolastiche possiedono obsolescenza, ovvero, tendono a diventare sempre meno efficaci col tempo, proprio come un macchinario non sottoposto a manutenzione, si tratta del cosiddetto analfabetismo di ritorno.
COME SI PUÒ CONTRASTARE QUESTO FENOMENO?
Il fenomeno può essere contrastato, ma come?
Semplicemente, bisogna continuare ad "allenare" le proprie competenze e le proprie abilità mentali, leggendo libri, imparando nuove lingue, oppure continuando a formarsi.
Implementando corsi di formazione, istituendo figure di sostegno all'interno delle scuole andando così ad arginare possibili lacune nella lettura, nell'analisi di un testo e della sua elaborazione.
IN CHE MODO QUESTO FENOMENO PUÒ ESSERE PERICOLOSO?
Ultimamente con l'avanzata dei Social Media, si è assistito all'avanzata pericolosa della disinformazione.
L'analfabetismo funzionale causa l'incapacità di saper distinguere le notizie vere e le notizie false, aiutando a diffondere le così dette "Fake News".
I low skilled leggono le notizie sui social e danno per scontato che si tratti di una notizia vera, senza verificare la fonte e l'attendibilità della stessa, creando confusione e contribuendo ad offuscare le notizie vere.
Questo è dovuto anche all'incapacità di produrre un'elaborazione di un proprio parere e non mettendo in discussione l'informazione ricevuta.
Il fenomeno, purtroppo, è in continua crescita, sta anche a noi quindi, cercare di non cadere nella trappola dell'analfabetismo funzionale, continuando a leggere, studiare e ad informarsi.
Ludovico Maggi
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