Come Craxi trasformò il partito di massa
- Redazione Prima Pagina
- 24 giu 2020
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Bettino Craxi, protagonista assoluto della scena politica del dopoguerra, divenne segretario del P.S.I, il più antico partito di massa italiano, nel 1976 prendendo in mano un partito fortemente indebolito dalle ultime consultazioni elettorali che avevano visto la forte affermazione del Partito Comunista Italiano, ai suoi massimi storici. Il personaggio di Craxi è sicuramente uno dei più discussi della storia politica italiana tanto da dividere l’opinione pubblica sulla sua figura; il leader socialista però oltre ad essere noto per il suo coinvolgimento in Tangentopoli ed aver presieduto il Consiglio dei ministri con due esecutivi è stato senza ombra di dubbio l’ago della bilancia della politica italiana degli anni ‘80.
La sua azione fortemente avversa nei confronti dell’altra grande forza di sinistra, il P.C.I. e le collaborazioni nel Pentapartito resero il Partito Socialista Italiano una forza di centro sinistra, di governo e anticomunista. Il forte radicamento operaio del P.S.I. rimase sostanzialmente immutato, ma le scelte del suo leader furono piuttosto singolari, visto il contesto in cui operava e considerata la natura del suo partito. Il decreto di San Valentino del 1984 e il conseguente taglio di tre punti percentuali della scala mobile, diedero vita ad un’ondata di proteste nel mondo operaio tanto da indurre il P.C.I. a proporre un referendum abrogativo. A sorpresa però il referendum diede un responso favorevole al decreto e il taglio venne confermato. Celebre anche il rapporto con Berlusconi e il “Decreto Berlusconi”, che facilitò e non poco la vita delle reti Fininvest scatenando forte indignazione di una parte dell’opinione pubblica. Il P.S.I. inoltre durante la segreteria Craxi, aprì le porte a celebri personaggi dello spettacolo come Santo Versace, fratello di Gianni Versace, Gerry Scotti, Massimo Boldi, Federico Fellini e molti altri. L’Italia dell’establishment, l’Italia degli imprenditori e dello spettacolo aderiva al Partito Socialista Italiano. I canoni del PSI stavano cambiando inesorabilmente, la rimozione del simbolo della falce e martello nel congresso del 1987 fu soltanto la ciliegina sulla torta, ben preparata dal suo leader che aveva ormai modificato la posizione internazionale del suo partito e la sua politica istituzionale nazionale. Si pensi che nel Pentapartito convivevano il P.S.I. e il Partito Liberale Italiano, storicamente collocato nel centrodestra. La scelta di Craxi era chiara, sradicare il suo partito dall’impostazione storica del partito di massa, rendendolo un partito allettante, che strizzava anche l’occhio ai potenti e ai facoltosi. Il suo intento riuscì in parte, considerando l’azione della resistenza interna guidata dai “Lombardiani” di Riccardo Lombardi, fedeli alle lotte operaie, al sindacalismo di sinistra parte fondamentale della CGIL e del mondo sindacale. L’elettorato del Partito Socialista Italiano rimase per lo più legato al mondo operaio, nonostante all’apparenza si aveva quasi la sensazione che il militante e il dirigente socialisti fossero membri di due partiti diversi. Il centrosinistra italiano storicamente vive questa crisi di identità e i vari dirigenti di partito hanno mediato con forze di posizioni centriste, liberali pur di sopravvivere nel panorama spietato della politica italiana. Attribuire a Craxi i mali del centrosinistra italiano sarebbe forse esagerato ma è sicuramente possibile sostenere che il suo operato ha portato alla trasformazione del partito inteso come associazione tra liberi cittadini. La storia del Partito Socialista Italiano si infranse contro Tangentopoli e probabilmente la sua dissoluzione avvenuta in modo fragoroso è il simbolo più efficace di quanto sostenuto fino a questo momento. Alle elezioni del 1994 che videro l’affermazione di Silvio Berlusconi, il 30% dei dirigenti del PSI aderirono a Forza Italia, neonato partito del cavaliere, con una forte identità liberale e liberista e che fondamentalmente non aveva nessun tipo di radicamento territoriale. Il Socialismo Liberale in Italia probabilmente è opera di Craxi e seguaci, ma nel panorama politico degli anni ‘80, così complesso e così variegato, non c’era la percezione che il PSI stesse uscendo dai binari della sinistra. La collaborazione tra Partito Comunista e Partito Socialista non avvenne probabilmente per questo motivo. I due grandi partiti della sinistra italiana avevano una identità del tutto diversa nei loro organi dirigenziali; il P.C.I. restò fedele ai canoni del partito di massa, Bettino Craxi tentò di rendere il P.S.I. un partito del tutto diverso. La figura di Craxi resta sicuramente controversa e ultimamente con l’uscita del film “Hammamet” di Gianni Amelio, con la grande interpretazione di Pierfrancesco Favino nel ruolo del leader socialista, ha riacquistato una certa notorietà; il suo operato politico però è quasi ignorato dall’opinione pubblica e la storia come suo solito lascia aperti grandi margini di interpretazione.
Davide Fianco
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